venerdì 6 giugno 2014

Colazione da Tiffany - Truman Capote

La leggerezza 

di questo libro è quasi sonnifera, non di quelle che ti fanno addormentare ma di quelle che ti fanno sospirare guardando il cielo azzurro. 
Fin dal nome della protagonista, Holly. Ragazzina spensierata ed evidentemente cresciuta prematuramente, perché non ancora in grado di conciliare i doveri di una vita adulta con le frivolezze adolescenziali. 
Vivere alla giornata, non preoccuparsi troppo, evitare i problemi, sapere che ci sono ma evitarli, tramite congedi degni di una principessa. Sicuramente per chi ha visto il film l'immagine di Audrey Hepburn aiuta a costruirsi uno scenario appropriato.

Non credo che questo libro sia una commedia romantica, ma la figura di Holly è estremamente e profondamente implorante per un aiuto nella vita, è vero, e rappresenta quella volontà di trovare qualcosa di proprio, di reale, un posto personale, qualcosa da possedere ma allo stesso tempo a cui appartenere. Qualcosa di non futile, qualcosa che anche lei in fondo riconosce andare oltre il successo e i soldi, come potrebbe ben constatare dal suo stile di vita ma che non si ritrova mai ad affrontare direttamente. 
Come il suo gatto, che all'inizio non ha nome, ma alla fine lo trova, perché trova una casa nuova, delle persone nuove che un nome glielo danno, una identità. 
Holly è come il suo gatto. Il gatto è il simbolo della identità di Holly. 
Non si sa la fine di Holly, non si sa cosa sarà di lei. Quello che rimane è la speranza, affinché, attraverso i suoi sbagli, anche lei possa trovare finalmente qualcosa che la completi e la rassereni, qualcosa che la renda finalmente felice.

xxx

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