mercoledì 28 maggio 2014

Stream of Consciousness - Monologo II

Questo non c'entra coi libri, c'entra con le cose difficili, i vecchi, la vita, i punti che non ci sono quanto dovrebbero, i furti, le carte de Pòkemon e le cose assurde.
That is difficult...difficile, faticoso, sono le parole con le quali ho a che fare da un po' di tempo, con le quali tutti abbiamo a che fare da un po' di tempo, soprattutto adesso che siamo in piena crisi, è difficile trovare lavoro, è difficile studiare, è difficile porsi dei traguardi, è difficile viaggiare, è difficile trasferirsi, è difficile avere degli obiettivi nella vita, è difficile avere una vista che va più in là del domani perché si vive alla giornata, oggi c'è chissà domani se ci sarà ancora, così come ragionano i vecchi, così come ragionano certi vecchi, perché mica tutti, solo quelli che sono ormai stanchi di pensare che ci possa ancora essere qualcosa per loro, ormai alla loro età, come se avessero avuto tutto in gioventù e adesso non avessero più nulla. Come se fosse il tempo a darti le cose. Come se fosse l'età a darti le cose. Anche i giovani dovrebbero prendere in considerazione il fatto che il domani potrebbe non esserci ma non per pessimismo, ma perché mica la vita è scontata.
Il fatto è che secondo me c'è qualcosa per ognuno, ovunque e sempre, ma il fatto ancora più fatto è che io, in quanto io, non ci posso fare nulla se questo la gente non lo crede per se stessa, è che io lo credo sia per gli altri che per me stessa ma lo si deve credere per se stessi. E' così.
Non so con che coraggio scrivo queste cose, semplicemente penso che siano vere e non mi sto mettendo a pensare più di tanto se lì ci va un punto o una virgola, probabilmente ci andrebbe, un punto dico. Come nella vita anche qui ci vorrebbero tanti punti, non a caso sia chiaro, perché i punti non vanno mai messi a caso nemmeno nella vita. La vita, nella vita, nella vita, nella vita, lo ripeto così non sembra una cosa sentimentale o morale o come in ogni caso non andrebbe interpretata. Nella vita (la vita la vita la vita la vita) ci sono troppi malintesi e troppo pochi chiarimenti perché non esiste più un “ho fatto questo, scusami” ma esiste un'autodifesa e un'auto-giustificazione che sono disarmanti in quanto brutti e traumatizzanti, come i bambini che rubano e i genitori che li difendono invece di fargli ammettere le loro colpe e chiedere scusa, e quindi prendono loro la parte del figlio difendendolo, mentendo per lui, mentre se lo esponessero a ciò che ha fatto sarebbe un bene sia per loro sia per lui, il quale invece, perché difeso, continuerà a sbagliare e a capire che in fondo rubare non è una cosa tanto brutta e che c'è sempre qualcuno che lo difende. Che schifo. Ma quel bambino capirà? Chissà dov'è quel bambino adesso, chissà quanti anni ha quel bamboccio che una volta mi ha rubato tutte le carte dei Pòkemon, sì mi ha rubato le carte dei Pòkemon ma il punto non sono le carte dei Pòkemon anche se a me piacevano un sacco, ma il punto è che quel bambino me le ha rubate volontariamente e i suoi genitori altrettanto volontariamente l'hanno difeso, davanti a me, mentendo anche me, dei signori di quarant'anni che si arrabbiano con una bambina di dieci quale ero io perché difendono il loro povero bambino accusato ingiustamente di furto.
Ma dov'è finito quel bambino. E quei suoi genitori. Assurdo. Molte cose sono assurde e molte cose dovrebbero andare scritte, le vorrei scrivere, vorrei scrivere un libro e lo vorrei tanto ma proprio non saprei come continuare quella storia che avevo cominciato, eppure è basata su una storia vera.


Molte cose sono assurde e io sono sicura che la gente lo sa in fondo, che se ne rende conto.

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