Questo
non c'entra coi libri, c'entra con le cose difficili, i vecchi, la
vita, i punti che non ci sono quanto dovrebbero, i furti, le carte de
Pòkemon e le cose assurde.
That
is difficult...difficile, faticoso, sono le parole con le quali ho a
che fare da un po' di tempo, con le quali tutti abbiamo a che fare da
un po' di tempo, soprattutto adesso che siamo in piena crisi, è
difficile trovare lavoro, è difficile studiare, è difficile porsi
dei traguardi, è difficile viaggiare, è difficile trasferirsi, è
difficile avere degli obiettivi nella vita, è difficile avere una
vista che va più in là del domani perché si vive alla giornata,
oggi c'è chissà domani se ci sarà ancora, così come ragionano i
vecchi, così come ragionano certi vecchi, perché mica tutti, solo
quelli che sono ormai stanchi di pensare che ci possa ancora essere
qualcosa per loro, ormai alla loro età, come se avessero avuto tutto
in gioventù e adesso non avessero più nulla. Come se fosse il tempo
a darti le cose. Come se fosse l'età a darti le cose. Anche i
giovani dovrebbero prendere in considerazione il fatto che il domani
potrebbe non esserci ma non per pessimismo, ma perché mica la vita è
scontata.
Il
fatto è che secondo me c'è qualcosa per ognuno, ovunque e sempre,
ma il fatto ancora più fatto è che io, in quanto io, non ci posso
fare nulla se questo la gente non lo crede per se stessa, è che io
lo credo sia per gli altri che per me stessa ma lo si deve credere
per se stessi. E' così.
Non
so con che coraggio scrivo queste cose, semplicemente penso che siano
vere e non mi sto mettendo a pensare più di tanto se lì ci va un
punto o una virgola, probabilmente ci andrebbe, un punto dico. Come
nella vita anche qui ci vorrebbero tanti punti, non a caso sia
chiaro, perché i punti non vanno mai messi a caso nemmeno nella
vita. La vita, nella vita, nella vita, nella vita, lo ripeto così
non sembra una cosa sentimentale o morale o come in ogni caso non
andrebbe interpretata. Nella vita (la vita la vita la vita la vita)
ci sono troppi malintesi e troppo pochi chiarimenti perché non
esiste più un “ho fatto questo, scusami” ma esiste un'autodifesa
e un'auto-giustificazione che sono disarmanti in quanto brutti e
traumatizzanti, come i bambini che rubano e i genitori che li
difendono invece di fargli ammettere le loro colpe e chiedere scusa,
e quindi prendono loro la parte del figlio difendendolo, mentendo per
lui, mentre se lo esponessero a ciò che ha fatto sarebbe un bene sia
per loro sia per lui, il quale invece, perché difeso, continuerà a
sbagliare e a capire che in fondo rubare non è una cosa tanto brutta
e che c'è sempre qualcuno che lo difende. Che schifo. Ma quel
bambino capirà? Chissà dov'è quel bambino adesso, chissà quanti
anni ha quel bamboccio che una volta mi ha rubato tutte le carte dei
Pòkemon, sì mi ha rubato le carte dei Pòkemon ma il punto non sono
le carte dei Pòkemon anche se a me piacevano un sacco, ma il punto è
che quel bambino me le ha rubate volontariamente e i suoi genitori
altrettanto volontariamente l'hanno difeso, davanti a me, mentendo
anche me, dei signori di quarant'anni che si arrabbiano con una
bambina di dieci quale ero io perché difendono il loro povero
bambino accusato ingiustamente di furto.
Ma
dov'è finito quel bambino. E quei suoi genitori. Assurdo. Molte cose
sono assurde e molte cose dovrebbero andare scritte, le vorrei
scrivere, vorrei scrivere un libro e lo vorrei tanto ma proprio non
saprei come continuare quella storia che avevo cominciato, eppure è
basata su una storia vera.
Molte
cose sono assurde e io sono sicura che la gente lo sa in fondo, che
se ne rende conto.